L’entroterra dell’Oregon è stato recentemente nominato come il più grande santuario del mondo dove osservare il cielo notturno. Un autentico paradiso per astronomi e appassionati di costellazioni, che si estende per 2,5 milioni di acri nella la contea di Lake, nel sud-est dell’Oregon, una regione remota grade circa la metà della città di New Jersey. Secondo DarkSky International, che ha conferito la certificazione a quest’area, si tratta di uno tra gli oltre 200 luoghi in tutto il mondo in cui si è cercato di proteggere il cielo notturno. Cieli così bui si osservano solo in pochissimi punti della Terra. Tra questi si annoverano la Death Valley in California, il parco nazionale di Exmoor nel Regno Unito e il parco nazionale di Ainos sull’isola greca di Cefalonia. A garantire che questi cieli restino più bui di quello a cui siamo comunemente abituati, sono state attutate da anni politiche di illuminazione esterna responsabile dal punto di vista ambientale. Il santuario in Oregon ospita tra le altre cose uno dei più antichi siti archeologici del Nord America in cui sia stata rintracciata la presenza umana. Oltre ad essere un importante rifugio di specie animali. Proprio sui cieli di questa regione, è stata intercettata dagli studiosi la Pacific Flyway, un’importante rotta aerea percorsa ogni anno da milioni di uccelli migratori.
Osservare il cielo notturno dalla Terra è come guardare il passato. Quanto più una stella è lontana da noi, infatti, più indietro nel tempo è stata emessa la luce che vediamo. Quindi il cielo che ammiriamo oggi risale ad anni luce fa. Non è affascinante?
Io sono Benedetta e questo è un nuovo Brunch con VAIA. Per raccontarti qualcosa di me, ho scelto di scrivere di cieli notturni. Ma questo è uno spazio anche un po’ tuo, quindi se ti va di raccontarmi qual è stata l’ultima volta che hai guardato il cielo di notte o cosa vorresti leggere la prossima volta, puoi scrivermi a info@vaia.eu.
Prima di iniziare, però, vorrei ringraziare Paola, Maria Rita, Marco e Silvia, per gli spunti e i loro racconti. Aspetto di leggere anche i tuoi! E ora che finalmente ci conosciamo, partiamo.
FERMARE IL TEMPO
E se guardare stelle ci permette di viaggiare nel tempo e contemplare il cielo di qualche milione – se non addirittura miliardo – di anni fa, è stato dimostrato che trascorrere delle ore a contatto con la natura può cambiare la percezione umana del tempo, il nostro senso del tempo. Esistono diversi studi che spiegano come le esperienze nella natura apportano numerosi benefici fisici e mentali. Altre ricerche, invece, dimostrano come l’immersione in un ambiente naturale possa addirittura essere un antidoto a quella spiacevole sensazione di essere a corto di tempo, migliorando il nostro rapporto con questo fattore.
I risultati di alcuni esperimenti psicologici suggeriscono che ci sono due modi in cui l’ambiente naturale può avere un impatto positivo sulla percezione umana del tempo. Uno di questi è espandere la nostra percezione della durata temporale. Ad esempio, uno studio riporta che quando alle persone viene chiesto quanto tempo hanno camminato in ambienti naturali o urbani, tendono a sovrastimare il tempo trascorso passeggiando nella natura, ma non in città. In altre parole, il tempo a disposizione sembra maggiore quando siamo immersi in ambienti naturali rispetto agli ambienti urbani o, in generale, antropizzati.
In un altro esperimento, i partecipanti hanno trascorso un breve periodo di silenzio all’interno oppure all’esterno e in seguito è stato loro chiesto come questa esperienza avesse influito sul loro orientamento temporale verso il passato, il presente e il futuro. Le persone che hanno sperimentato di rimanere in silenzio nell’ambiente naturale hanno riferito di sentirsi più concentrate sul presente e meno sul passato. Un’interessante riprova di come persino la nostra prospettiva temporale, quella che determina la nostra tendenza a “viaggiare nel tempo”, oscillando tra passato, presente e futuro, può essere influenzata dall’ambiente che ci circonda. E che la natura, alla fine, ci porta sempre dolcemente al presente e alla nostra parte più intima.
7 APRILE – WIZZ AIR MILANO MARATHON
VAIA e Levissima per le foreste: un’esperienza all’insegna della rigenerazione
Hai voglia di correre e di contribuire a uno speciale progetto di riforestazione? Sei ancora in tempo – fino al 4 aprile – per iscriverti alla maratona che animerà Milano il prossimo fine settimana. Noi ci saremo, con Levissimapartner d’eccezione, per portare la nostra idea di give back, di restituzione al territorio.
1000 nuovi alberi per riforestare un ettaro di terreno colpito dalla tempesta Vaia del 2018, in Val di Fiemme (Trentino), e che serviranno a preservare la nostra risorsa più importante: l’acqua. Gli alberi piantati contribuiranno infatti alla salvaguardia di un bacino idrico di importanza vitale per le comunità locali, garantendo così acqua potabile a chi abita in questo territorio.
Se vorrai passare a trovarci, ci troverai allo stand di Levissima, nel nuovo quartiere Allianz MiCo – CityLife (il 5 e il 6 aprile).
ANIMA. Dentro il suono delle Alpi
MUSE – Museo delle Scienze di Trento
ANIMA è un progetto che parla di alberi, suono e musica. Racconta la realizzazione di un quartetto d’archi con il prezioso legno dell’Avez del Prinzep, testimonianza naturalistica degli Atipiani Cimbri (Lavarone, Trentino), schiantatosi nel 2017 con l’incredibile altezza di 52 metri e 250 anni di vita. Era il più alto abete bianco d’Europa, oggi è il simbolo delle Alpi e della loro trasformazione climatica.
ANIMA narra la storia di una nuova vita, una forma di rigenerazione. È un bellissimo racconto che conduce a conoscere gli alberi e la genesi di quattro strumenti musicali attraverso una duplice modalità, quella di una mostra (visitabile fino al 7 luglio) e di uno spettacolo di parole e musica, immagini e suoni (il 4 luglio).
Il percorso espositivo ripropone, attraverso pannelli esplicativi e l’utilizzo di VAIA Cube, le fasi e le caratteristiche naturali e artigianali della lavorazione del legno, a partire dall’albero e dalla sua maestosa crescita, per poi descrivere la cura e la raffinatezza dell’arte della costruzione del quartetto d’archi.
(Y)OUR VOICE – La parola dei Vaier
Non è un caso che gli oggetti creati da VAIA abbiano come fulcro semantico il principio di amplificare: sono pensati per dare risalto ai sensi. Il nostro obiettivo è costituire una piattaforma di amplificazione di idee, visioni, desideri e opinioni.
Per questo mi piacerebbe sapere cosa vorresti trovare nelle prossime newsletter, come potrò contribuire a soddisfare la tua curiosità green, cosa ritieni valga la pena di essere amplificato: puoi scrivermi a info@vaia.eu
Intanto, ti ringrazio per aver partecipato a questo Brunch sostenibile.
A presto!
Benedetta