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In tempi duri, la moda è sempre oltraggiosa – Elsa Schiaparelli
Ciao Vaier,
Dopo una pausa estiva, continua il nostro ciclo di Newsletter sul tema della sostenibilità.
In queste edizioni vogliamo tenere la community in costante aggiornamento sulle notizie positive dal mondo della sostenibilità, a livello locale e globale.
L’esito di una storia deriva anche dal valore della sua narrazione.
Per questo abbiamo scelto di guardare al futuro con positività e di raccogliere in queste uscite notizie luminose, che propongano soluzioni creative e ingegnose come motore di una rinascita ecologica.
Reinterpretando, quindi, la celebre citazione crediamo che la sostenibilità sia troppo importante per essere presa sul serio, specialmente durante l’attuale epoca storica che stiamo vivendo.
Nella consapevolezza che alle grandi sfide si debba far fronte in collettivo, vogliamo alimentare l’entusiasmo del pubblico verso le mille possibilità che ci vengono offerte dal prossimo per essere più sostenibili e per impegnarci verso un futuro in connessione con l’ambiente.
Questo è l’indice di notizie che abbiamo deciso di amplificare:
- BEYOND VAIA Uno sguardo al Futuro
- GREEN SCREEN Cose da un altro mondo
- SUSTAINABLE TIPS Il Cambiamento a piccoli passi
- INSPECT YOUR GADGET La Natura dell’Innovazione
- ART in Earth Dentro la Bellezza
- VAIA MUSIC Il suono della Resilienza
- VAIA News Tutte le novità dal mondo VAIA
- (Y)OUR VOICE La parola dei Vaier
1. BEYOND VAIA – Uno sguardo al Futuro
Un breve dossier sulle principali notizie di cronaca e politiche ambientali.
Di tutti gli animali che abitano il pianeta, l’essere umano è l’unico che copre il proprio corpo con indumenti, che sono diventati in tutte le culture simbolo di status e di appartenenza a un gruppo sociale.
L’abito non è solo un mezzo per coprirsi dal freddo o da sguardi indiscreti, ma è l’incarnazione simbolica di un messaggio identitario della persona che lo sta indossando.
Naturalmente, la corrispondenza tra il significante e il suo significato intrinseco, porta alla continua ricerca di novità, di altri e più originali modi per dare sfogo all’espressione della propria immagine.
Per quanto le tendenze nella moda siano un fenomeno antico, che si reitera ciclicamente, è solo in tempi recenti che si è potuto alimentare un meccanismo mai visto prima, in cui le mode si succedono a ritmi incessanti, di settimana in settimana.
Tutto questo grazie ai processi di industrializzazione, che hanno portato al deprezzamento dei prodotti tessili, che nel corso dei secoli invece sono sempre stati tra i beni più preziosi e ricercati, tanto che per creare nuovi abiti si sono spesso utilizzati quelli già in possesso.
Non si ha qui la pretesa di ripercorrere la storia della moda, né tanto meno di impartire buone pratiche su cosa vada indossato in base alle previsioni delle passerelle più scintillanti del mondo.
In questa rubrica si vuole parlare di moda, alla luce di un cambio di prospettiva necessario per diventare consumatori responsabili in un settore che ha fatto dell’esagerazione il suo cavallo di battaglia, con una filiera ipercompetitiva e veloce, denominata fast fashion.
La buona notizia è che anche rispetto all’approccio del consumatore medio le tendenze stanno cambiando verso modi più gentili di produrre i propri indumenti.
A contribuire a questo cambiamento è stato un evento tragico, ossia il crollo di uno stabilimento tessile a Dacca in Bangladesh nel 2013, conosciuto come Rana Plaza, che causò la morte di 1134 persone, lasciando numerose altre persone ferite.
I riflettori si spostano all’improvviso su quanto fosse accaduto e sulle ragioni intrinseche all’avvenimento, riconducibili tutte allo sfruttamento dei lavoratori, costretti ad un lavoro senza alcuna garanzia.
Tra i gruppi coinvolti nella produzione all’interno del Rana Plaza troviamo anche Benetton, Massimo Dutti, Oysho, alcuni brand Inditex, solo per citare alcuni tra i brand più diffusi.
L’avvenimento convoglia l’attenzione sui retroscena più oscuri di un sistema fatto per crollare, come le stesse industrie in cui avviene la produzione dei vestiti. Questa volta l’opinione pubblica viene colpita in maniera critica ed è così che cominciano le mobilitazioni.
Da allora, i lavoratori hanno cominciato a organizzarsi, dando vita al movimento “I made your clothes” (dall’inglese “ho cucito i tuoi abiti”), con l’obiettivo di dare un volto ai propri pezzi di abbigliamento, in larga misura provenienti da filiere del fast fashion, sensibilizzando così chi acquista a comprendere che un’etichetta dal prezzo bassissimo spesso nasconde le ferite di una persona in carne ed ossa.
Grazie alla sensibilizzazione di massa del consumatore, anche le aziende si stanno attivando per far fronte a questa nuova richiesta del mercato, per diventare non solo più rispettose dei diritti sindacali dei lavoratori, ma anche più sostenibili a livello ambientale.
La scelta di una filiera circolare infatti, non può prescindere dalla sfera della sostenibilità, bensì la raccoglie e l’ assorbe attraverso un approccio intersezionale, quindi anche nel rispetto dell’individuo e dei suoi diritti.
Condividiamo qui le letture delle notizie più interessanti che abbiamo scelto per voi:
2. GREEN SCREEN – Cose da un altro mondo
Continua a leggere per scoprire curiosità e soluzioni innovative dal mondo green
A proposito di visioni che cambiano il mondo, di seguito vogliamo condividere due iniziative rivolte alla diffusione di un’etica di sostenibilità nel settore moda.
La prima è Clean Clothes Campaign fondata in Olanda nel 1989 con il nome di “Schone Kleren Campagne”. Da allora hanno creato un network internazionale di 235 organizzazioni operanti in oltre 45 Paesi.
L’intento è di mettere in comunicazione l’industria dell’abbigliamento e dell’abbigliamento tecnico con onlus, associazioni femminili, sindacati e industrie agricole.
Puoi leggere l’intero articolo cliccando di seguito:
In Italia invece sorge Rén, un’associazione non-profit fondata nel 2018 con l’obiettivo di supportare brand, micro-imprese, professionisti e studenti nell’integrazione e sviluppo di pratiche sostenibili all’interno della propria attività o della propria formazione.
Attraverso un approccio inclusivo volto alla partecipazione, il collettivo fornisce strumenti per trasformare il settore della moda, attivando il coinvolgimento di istituzioni e organizzazioni.Il loro lavoro si riassume in Reinvent. Educate. Network., che è quasi una formula magica.
Il loro sito, bellissimo, è visitabile al seguente link:
3 SUSTAINABLE TIPS – Il Cambiamento a piccoli passi
Un consiglio di sostenibilità in formato tascabile.
Abbiamo già parlato dell’impatto ambientale causato dall’industria tessile e della moda, evidenziando come negli ultimi anni sia diventato fondamentale il consumo responsabile e funzionale dei capi di abbigliamento.
Oggi vogliamo darvi qualche consiglio in più da adottare per un comportamento responsabile nei confronti dell’ambiente, in un ambito così quotidiano come quello dell’abbigliamento!
Cominciamo dalle 3 R del processo di upcycling nel settore della moda: ripara, ri-adatta, re-indossa.
A differenza del recycling (riciclo), l’upcycling prevede il riuso creativo di materiali di scarto o inutilizzati, per la creazione di nuovi prodotti che grazie a questo processo acquistano un valore maggiore.
Nel settore della moda è diventato una vera e propria tendenza, grazie alla possibilità di reinventare il proprio stile.
Come spiega Orsola de Castro, leader del movimento globale per una moda più sostenibile e considerata la regina dell’upcycling:
“Se riutilizziamo i nostri vestiti non è perché non possiamo permetterci di comprarne di nuovi, ma perché non possiamo permetterci di buttarli via”.
[Orsola de Castro in A. Barigozzi]
Un’altra abitudine fondamentale per un consumo responsabile nel settore dell’abbigliamento è quella di leggere le etichette dei capi posseduti o che si vuole acquistare:
per conoscere i materiali che compongono il prodotto, in quale percentuale sono presenti, il percorso che l’oggetto ha fatto dal luogo in cui è stato prodotto.
Conosci altre abitudini da adottare per compiere delle scelte sostenibili nell’acquisto dei capi di abbigliamento?
4. INSPECT YOUR GADGET – La Natura dell’Innovazione
Suggerimenti su accessori e strumenti per integrare la sostenibilità al proprio stile di vita.
Sulla scia di un principio minimalista, gli strumenti per riuscire ad essere sempre più sostenibili anche dentro l’armadio vengono dal mondo immateriale e parallelo di internet,
tenendo in considerazione che la vendita online può effettivamente essere più sostenibile del prêt-à-porter.
Il primo portale che segnaliamo alla nostra community si chiama Good on You, e si pone l’obiettivo di fornire all’utente gli strumenti per sapere se un brand è etico e segue percorsi di sostenibilità. Lo fa attraverso delle linee guida e soprattutto, dei criteri di valutazioni nei confronti delle aziende di abbigliamento.
Si può accedere al portale sia dal sito che dall’app omonima per cominciare da subito a diventare esperti di moda sostenibile e riuscire a riconoscere ciò che rispetta la persona e l’ambiente “in mezzo a una pila di altra roba”.
Un altro sito eccellente che sarà in grado di aiutare il consumatore a capire quali brand scegliere è l’e-commerce Stay. Il sito nasce come piattaforma di dropshipping per tutte le aziende di abbigliamento sostenibili, che devono rispettare rigidi criteri di selezione per avere accesso al sito.
Per l’utente finale quindi, il sito diventa un modo per acquistare brand davvero impegnati nel rispetto di filiere gentili.
Lo stile su cui si concentra Stay. è quello dello streetwear, per tutte le età e i generi.
In ultimo, indichiamo un altro sito, sempre di abbigliamento, incentrato però sul concetto di dare una seconda occasione. Stiamo parlando di Vestiaire Collective, azienda leader nella moda di lusso di seconda mano, in cui potrete trovare pezzi di alta qualità e originali senza l’accessorio ingombrante di un’impronta ecologica pesante data dalla produzione di un nuovo capo.
5. ART in Earth – Dentro la Bellezza
Spazio dedicato all’Arte come risorsa piena di vitalità, creativa espressione dell’ingegno umano.
La sezione dell’arte di oggi vede protagonista MARCAPIANO, un artista Trentino che a partire dalla sua genesi artistica avvenuta nel 2004, ha dato il via ad una nuova forma espressione d’arte: un genere chiamato Astratto Figurativo Animato.
L’artista, forte delle tecniche pittoriche quali chine e olio su tela, ha sperimentato nella sua carriera un repertorio di vari stili e materiali, tra cui l’incisione su vetro, con punta di diamante.
Da questa sua abilità, nasce la collaborazione tra MARCAPIANO e Mirabello.
Mirabello è un’azienda di tessili per la casa che dal 1978 ricerca prodotti di qualità superiore, cuciti sullo stile semplice ed elegante tipico del design italiano.
L’ultima collezione Tablò Sateen Bio è realizzata in fibra tessile proveniente da agricoltura biologica, dedicata a Marcapiano. L’opera che arricchirà il vestito di queste tavole sarà “Nostra Complicità” firmata da MARCAPIANO, opera pluripremiata a livello internazionale e presente alle biennali di arte contemporanea di maggior rilievo.
Chi desidera potrà acquistare le tovaglie, disponibili in tre formati, sia online che nei numerosi punti vendita in Italia e all’estero.
L’artista MARCAPIANO e la Curatrice Erica Broilo ringraziano Francesca Cabrini, Enrico Montolivo e Alberto Fortis che hanno dato origine a questo incontro.
6. VAIA MUSIC – Il suono della Resilienza
Ciò che c’è di più vicino a VAIA, la musica: la forma più pura dell’espressione artistica.
Fashion – David Bowie
Thrift Shop – Macklemore
New Shoes – Paolo Nutini
7. VAIA News – Tutte le novità dal mondo VAIA
Aggiornamenti sulle nostre attività: Collaborazioni, Eventi, Articoli e Iniziative
Gli aggiornamenti dal mondo VAIA spaziano dalla mediaticità d’oltralpe alla progettualità di nuovi oggetti. La prima bella notizia è che la nostra startup sta superando i confini nazionali.
Infatti uno dei più importanti quotidiani tedeschi, Süddeutsche Zeitung, ha dedicato un’intera pagina di giornale alla storia di VAIA, esempio di «miracolo verde italiano». Abbiamo ricevuto anche diversi messaggi d’affetto dai cittadini della Germania.
La seconda notizia è il VAIA Design Camp, progetto in cui gli studenti della SID – Scuola Italiana Design – si sono messi in gioco per realizzare concept innovativi, capaci di coniugare funzionalità, stile e azioni di concreta sostenibilità. Tutti valori fondanti di ogni oggetto firmato VAIA. Per approfondire, invitiamo a leggere questo articolo:
Vogliamo conoscere la tua opinione: che abiti vorresti vedere indosso a VAIA? A quali iniziative vorresti vederci partecipi?
8. (Y) OUR VOICE – La parola dei Vaier
Non è un caso che i nostri prodotti abbiano come centro tematico l’amplificazione, pensati per dare risalto al suono e alla visione. In VAIA il nostro obiettivo è essere una piattaforma di amplificazione di idee, visioni, desideri e opinioni.
Per questo ci piacerebbe sapere cosa vorresti trovare nelle prossime rubriche, come potremmo contribuire a soddisfare la tua curiosità dal mondo green, e cosa tu ritenga che si meriti di essere amplificato.