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Molto spesso siamo abituati a osservare quello che ci circonda, tralasciando ciò che ascoltiamo, odoriamo o tocchiamo. Nelle prossime righe, invece, vorrei ci soffermassimo sui suoni: flebili, fragorosi o ovattati che siano. In natura, la biodiversità che caratterizza gli ecosistemi può essere descritta da una fitta trama di suoni – più o meno percepibili – alcuni di questi mai ascoltati prima. I timbri, silenzi o rumori più in generale, descrivono veri e propri paesaggi sonori, che possono essere catalogati e conservati in una sorta di archivio tutto da ascoltare. La Giornata della Terra è trascorsa solo da pochi giorni, ma mi piacerebbe continuare a celebrarla ancora con un piccolo omaggio alla sua voce, declinata in una sinfonia di suoni diversi.


Quello che stai leggendo è un nuovo Brunch con Vaia, alla scoperta di paesaggi sonori e della ricerca minuziosa di chi ha dedicato la propria vita a registrare i suoni degli angoli più remoti della Terra. Prima di partire, toglimi una curiosità: hai mai pensato a quali suoni ti riportano di più a “casa”? Ti va di raccontarmelo? Non vedo l’ora di leggere quali sfumature abbia il tuo paesaggio del cuore. Ma ora, iniziamo. 

UN’ORCHESTRA SILENZIOSA

Quella di Bernie Krause è la storia incredibile di un esploratore che ha trascorso quasi tutta la sua vita a registrare il suono di migliaia di ecosistemi naturali, dall’Europa all’America Latina. Musicista ed ecologista, Krause ha una biblioteca personale con più di cinquemila ore di registrazioni, effettuate in tutto il mondo nell’arco di cinquantacinque anni. Si stima che il 70 per cento del suo archivio provenga da habitat ormai scomparsi. A un certo punto, dopo aver viaggiato in ogni dove, decide di soffermarsi a registrare i suoni che gli sono più vicini. È del 1993 la prima traccia audio in cui si distingue qualche voce, il rumore di un torrente e il verso degli uccelli migratori nel parco statale Sugarloaf Ridge, a venti minuti di auto da casa sua, vicino a San Francisco. Per l’occasione, si posizionò vicino a un enorme acero e da quel momento in poi, decise di tornarci ogni primavera, in aprile.

Per Kraus quelli che ci circondano non solo semplici suoni: sono un vero e proprio rifugio. Da quando infatti ha scoperto di soffrire di ADHD, l’unico modo per placare ansia e agitazione è proprio quello di immergersi in sempre nuovi paesaggi sonori. 

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Spesso non ci facciamo neppure caso, ma gli stessi animali, ad esempio, producono una vasta gamma di suoni: durante l’accoppiamento, per proteggere i propri territori, identificare la prole o semplicemente muoversi. Tradizionalmente, gli ecologisti valutano la salute ambientale osservando gli habitat piuttosto che ascoltandoli. Krause sviluppò invece l’idea che il suono di ecosistemi sani contenesse non solo i richiami dei singoli animali, ma una fitta trama di suoni, che definì “biofonia”. Tornare ogni anno nello stesso luogo, gli permise inoltre di fare una scoperta sconcertante. Nel 2009, infatti, quando si mise ad ascoltare il suo archivio, si rese conto che negli anni la densità e varietà dei suoni registrati era sempre più rarefatta, al punto da avere nelle proprie tracce audio lunghe sequenze di assoluto silenzio

“Un grande silenzio si sta diffondendo nel mondo naturale proprio mentre il suono dell’uomo sta diventando assordante”, ha scritto Krause nel 2012, nel suo libro The Great Animal Orchestra. “Il senso di desolazione va oltre il semplice silenzio”. In ogni linguaggio, non solo quello umano, il silenzio è portatore di un significato. Cosa vorrà dirci quello degli ecosistemi naturali? I suoni ne restituiscono in qualche modo lo stato di salute e potrebbero essere influenzati dalla crisi climatica. Per Krause questa potrebbe causare il cambiamento del tessuto acustico della Terra, immaginando un’analogia tra il mondo naturale e una sala da concerto: se il calore e l’umidità della sala da concerto cambiassero, cambierebbe anche la capacità dei musicisti di esibirsi. “Lo stesso sta accadendo per l’orchestra della Terra. Le nuove condizioni atmosferiche stanno stonando i suoni naturali”, ha scritto. “Solo importanti azioni di mitigazione aiuteranno a preservare il ritmo della Terra”. Quello che preoccupa gli ecologisti, è la straordinaria rapidità con cui si stanno perdendo alcuni suoni, allo stesso passo frenetico con cui sta scomparendo la biodiversità sulla Terra. Non sarà forse arrivato il momento di ascoltare attentamente cosa sta cercando di dirci? 

VIAGGIO AL CENTRO DELLA SONOSFERA

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Ancora per poco a Milano sarà possibile perdersi nel cuore di una Sonosferaun anfiteatro allestito all’Università Cattolica di Milano dove vivere un’immersione sonora negli ecosistemi più remoti del nostro pianeta, dal Borneo all’Amazzonia. L’installazione, intitolata “Frammenti di Estinzione”, permette di ascoltare i suoni delle foreste equatoriali più antiche del nostro pianeta. Attraverso quarantacinque altoparlanti che ricreano un campo sonoro sferico e dei contenuti audiovisivi ad altissima definizione, il pubblico viene trascinato in luoghi sconosciuti, anche grazie all’ascolto di suoni registrati, in quasi vent’anni di ricerche ed esplorazioni in tutto il pianeta, da David Monacchi, artista poliedrico e ingegnere del suono. Avvolti nel buio, ci si troverà in intima connessione con una polifonia di versi e richiami naturali. Ma si tratta al contempo di un’esperienza condivisa: un’inevitabile, quanto necessaria, riflessione sulla sopravvivenza della biodiversità sul nostro pianeta. 

Andrea Serio

DIAGONALI: L’ARTE DELL’ILLUSTRAZIONE INCONTRA L’IMPEGNO PER L’AMBIENTE

Ti segnalo un’altra esperienza. DIAGONALI////COVERS è il titolo di una mostra itinerante a noi cara: in esposizione, su piedistalli in legno Vaia, le tavole originali dei disegni a matita di Andrea Serio, poliedrico illustratore e fumettista. E un VAIA Cube, che accompagna ogni tappa.

Il progetto mira a sensibilizzare i visitatori alla questione ambientale, all’importanza di restituire alla natura ciò che le viene sottratto. Acquistando una copia del catalogo, si contribuisce infatti al nostro progetto di riforestazione: la messa a dimora di nuove piante è fondamentale sia per ripristinare le foreste abbattute dalla tempesta, sia per dare un senso di circolarità all’uso degli alberi per produrre carta, per disegnare e per leggere.

Fino all’11 maggio potrai visitare la mostra, nella sua tappa in Biblioteca a Bassano del Grappa. E se vuoi incontrarci, venerdì 10 maggio alle 17.30 terremo un intervento intitolato “ALBERANDO: PAROLE E AZIONI”. Ci confronteremo su come la nuova cultura ambientale nasca dal dialogo tra persone, design e foreste.

(Y)OUR VOICE – La parola dei Vaier

Non è un caso che gli oggetti creati da VAIA abbiano come fulcro semantico il principio di amplificare: sono pensati per dare risalto ai sensi. Il nostro obiettivo è costituire una piattaforma di amplificazione di idee, visioni, desideri e opinioni.

Per questo mi piacerebbe sapere cosa vorresti trovare nelle prossime newsletter, come potrò contribuire a soddisfare la tua curiosità green, cosa ritieni valga la pena di essere amplificato: puoi scrivermi a info@vaia.eu

Intanto, ti ringrazio per aver partecipato a questo Brunch sostenibile.

A presto!
Benedetta