Quale evento più atteso per il design italiano che l’accoppiata Salone del Mobile-Fuorisalone? Programmata in via eccezionale nel mese di settembre 2021, in attesa del tradizionale appuntamento annuale nel mese di aprile, quest’edizione del Fuorisalone ha avuto per noi un gusto davvero particolare: VAIA ha allestito un proprio stand espositivo nell’incomparabile cornice dell’ADI Design Museum, e presentato al mondo il suo secondo oggetto, VAIA Focus.
Non siete riusciti a venirci a trovare? Questo post è per voi, esploreremo insieme le pieghe della nostra installazione e dell’evento che ci ha ospitati.
(Fuori)Salone
Iniziamo con un po’ di storia. Il Salone Internazionale del Mobile nasce a Milano nel 1961 da un gruppo di imprenditori italiani del settore del mobile, ispirati da una fiera tenuta a Colonia nel 1960, conosciuta come Koelnmesse. Tra di essi, figure che hanno fatto la storia del mobile italiano, come Franco Cassina e Angelo Molteni. La manifestazione diede una spinta poderosa all’export della filiera italiana dell’arredo, caratterizzata da aziende di piccola dimensione che hanno fatto dell’unione il proprio punto di forza. Dal 1967 la fiera diviene internazionale, e si consacra negli anni come punto di riferimento mondiale per il settore mobile e arredamento. Oggi include svariate manifestazioni fieristiche specializzate – le biennali Euroluce, EuroCucina e Salone Internazionale del Bagno, oltre al Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, Workplace3.0, S.Project e SaloneSatellite, quest’ultima rivolta ai talenti emergenti. Il Salone è presente ogni anno anche a Mosca e Shangai con il format Salone WorldWide.
Attorno al Salone del Mobile, ospitato nei padiglioni di Fiera Milano, si è sviluppata a partire dagli anni Ottanta una serie di eventi collaterali distribuiti per la città, organizzati autonomamente dalle aziende attive nell’ambito del design industriale. Conosciuta come Fuorisalone o Milano Design Week, la manifestazione si è arricchita, abbracciando realtà impegnate nella moda, nel food, nel tech e automotive. L’edizione 2019 contava 1351 eventi tra mostre, installazioni, visite guidate, conferenze, workshop e party. Tra gli spazi centrali dell’edizione 2021 troviamo il nuovissimo ADI Design Museum, spazio inaugurato a maggio che ospita oltre 2000 progetti selezionati dal celebre Premio Compasso d’Oro, ideato da Gio Ponti nel 1954 per valorizzare la qualità del design Made in Italy. È tra queste mura cariche di storia che l’installazione VAIA – Face What Matters ha trovato spazio.
Convergenze green
I punti di contatto tra VAIA e la kermesse milanese del design sono molteplici. Il curatore del Salone 2021, l’architetto Stefano Boeri, lo definisce “il Salone delle tante R”. Salone simbolo di resilienza, un’espressione della voglia di ricominciare dopo la chiusura forzata dalla pandemia. Riuso e riciclo, con un allestimento pensato in ottica circolare per essere assemblato e smontato in più occasioni. Riforestazione, attraverso una partnership con il progetto Forestami per realizzare un piccolo bosco all’entrata di Porta est ed estendere la piantumazione alle zone limitrofe.
È un Salone che dedica particolare attenzione a un approccio green: dal primo filato acrilico di riciclo Raytent, alle sedute in materiale plastico riciclato di Pedrali, passando per Reviva, tessuto che parte dal riuso di bottiglie di plastica. Troviamo anche un rinnovato interesse per il legno, materiale “a bassissimo impatto, naturale, rinnovabile” e che regala sfumature sempre diverse agli articoli di arredamento. Gli spazi di BASE ospitano in occasione della Design Week una residenza creativa per giovani designer incentrata sull’economia circolare e sulle comunità urbane. Per la prima volta nella sua storia, inoltre, il Premio Compasso d’oro ha individuato un tema di ispirazione per la sua XXVII edizione: il “design per lo sviluppo sostenibile e responsabile”. Il presidente dell’Associazione per il Disegno Industriale, Luciano Galimberti, ci ha ricordato che le imprese del settore stanno adeguando i propri sistemi produttivi alle nuove sfide ambientali, rendendosi attori responsabili per la trasformazione che ci attende.
Insomma, VAIA ha trovato nel Fuorisalone un contesto perfetto per esprimere appieno la propria storia e i propri valori. Scopriamo ora più da vicino l’installazione che abbiamo proposto al pubblico milanese, assieme a VAIA Focus.
Face What Matters
Lo stand curato da VAIA all’interno dell’ADI Design Museum ha un titolo inequivocabile: affronta ciò che conta. L’allestimento, ideato e realizzato da Elisa Mastrofrancesco di Minimolla Design, si presenta leggero e minimale. Gli espositori sono realizzati in valchromat – una fibra di legno creata a partire da pannelli di legno riciclati – e montati ad incastro, evitando l’utilizzo di colle.
Sulla parete centrale, un cono di un caldo colore giallo evoca il concetto di “spotlight”, invitando a puntare i riflettori su ciò che davvero conta. Una composizione verticale di VAIA Cube crea un grande stereo naturale sulla parete di destra, mentre al centro dello stand spuntano due bianchi visori Oculus Quest 2. Grazie all’esperienza in VR realizzata dal visual artist Marc Lamanna, infatti, è stato possibile rivivere per la prima volta l’evento climatico più devastante degli ultimi cinquant’anni in Italia, la tempesta VAIA. Attraverso suggestive scene interattive e percorsi di gaming, l’utente si è potuto immergere nelle verdeggianti montagne delle Dolomiti, toccando con mano la storia e i valori del brand.
Il nuovo che avanza: VAIA Focus
La presenza di VAIA al Fuorisalone è stata l’occasione per presentare l’erede del VAIA Cube. Compito non facile, non solo per il successo del piccolo amplificatore passivo, ma soprattutto per il significato che ciascun prodotto deve trasmettere nelle intenzioni dei fondatori. «Ogni oggetto firmato VAIA deve avere un messaggio, porre delle riflessioni sul nostro tempo», affermano Federico, Giuseppe e Paolo. L’idea del VAIA Focus emerge da un intento semplice e diretto: saper distinguere l’essenziale dal superfluo, mettere a fuoco ciò che davvero conta. Ecco così un amplificatore visivo per smartphone, interamente analogico e che va a valorizzare una tecnologia di quasi duecento anni, la lente di Fresnel.
L’oggetto è compatto e riprende nel proprio profilo le sezioni circolari di un albero. Saverio Incombenti, che ha collaborato assieme ad Elisa Mastrofrancesco al disegno dell’oggetto, si è servito del passato recente di VAIA come punto di ancoraggio nel processo di progettazione, giungendo alla nuova forma attraverso contaminazioni esterne.
La sottigliezza del corpo centrale in abete è ispirato ai cerchi della lente, in un percorso di amplificazione visiva che parte dal device e passa attraverso la lente stessa. La filiera del prodotto è interamente Made in Italy. Il legno utilizzato è certificato come materiale di recupero dagli schianti causati dalla tempesta del 2018.
Nelle parole di Luciano Galimberti, VAIA incarna un’attitudine del design italiano che trasforma i problemi in opportunità e pregi. VAIA Focus vuole inserirsi nel solco di questa onorabile tradizione, continuando a promuovere una specifica visione del mondo che vede nella condivisione di uno scopo il catalizzatore attraverso cui concretizzare il nostro interesse per la salute del Pianeta.